Amore e Morte secondo Franzutti Se
mai c’è un balletto che incarna una delle connotazioni tipiche – e,
forse, la più “miracolosa” di Fredy Franzutti e del valido “Balletto del
Sud” – questo è il suo “Romeo e Giulietta”, sulla musica di Prokofiev.
Parlo di una dote che non è possibile spiegare, se non, magari, con
raffinate analisi, di natura tecnico-matematico-estetica – che io non
saprei mai affrontare, non essendo né coreografa, né scienziata, né
filosofa. La dote, comunque, è questa: nei balletti di Franzutti ci
sono, magari, soltanto 18 danzatori e sembrano 180 o 200. Ve lo
garantisce una vecchia spettatrice di professione, come me, che ha avuto
il piacere di vedere dozzine di numerose e famose versioni
coreografiche di “Romeo e Giulietta”, a cominciare dalla versione
originale di Lavrovskij, del 1940, filmato pochi anni dopo al Bolscioi,
con Galina Ulanova e Konstantin Sergeyev. Eppoi, quelle assai più
asciutte e moderne, ma ugualmente “kolossal”, di Grigorovich
nell’U.R.S.S., e, in Gran Bretagna, eppoi in Italia, di Cranko, di Mac
Millan e di Nureyev. Nonché quella, megagalattica, di Béjart (1966),
sulla musica di Berlioz, anch’esso filmato per la Rai TV. Eccetera,
eccetera. Ebbene, nella nuova versione coreografica di Franzutti – e nel
suo tipico linguaggio fondato sul classico eppure tutto proteso verso
le più nuove esperienze di teatrodanza e di balletto moderno, atletico
ed estremo – la famosa “piazza di Verona” appare sempre, anche in ampi
palcoscenici, piena zeppa di popolani, di zuffe, di lotte fratricide.
Così come, nel ballo in casa Capuleti, le coppie ci scorrono davanti,
lievi ed eleganti, in un corteo senza fine di “bassa” e “alta” danza –
dalle nobili o rustiche origini rinascimentali. Dopo un godibile
spettacolo di virtuosismmi, costumi sontuosi e scene a trasformazione,
si arriva al finale – dolcissimo e amaro– senza quasi accorgersi che
alcuni personaggi minori sono stati eliminati, per esempio Paride; e
che, in fondo, come nella “storica” versione praghese, con regia di
Peter Weigl e coreografia di Mistislav Koura (Premio Italia), abbiamo
visto col Balletto del Sud la travolgente storia di quattro ragazzi –
Romeo, Giulietta, Mercuzio e Tebaldo – avvolti in una sorta di nuvola
ardente, e danzante, fatta di odio, di passioni e di malcostume
politico, pervicacemente ricorrenti, non soltanto nel nostro Paese. Vittoria Ottolenghi - IL Mattino 2003
« In questo Romeo e Giulietta,
nella nuova versione coreografica di Franzutti – e nel suo tipico
linguaggio fondato sul classico eppure tutto proteso verso le più nuove
esperienze di teatrodanza e di balletto moderno, atletico ed estremo –
la famosa “piazza di Verona” appare sempre, piena zeppa di popolani, di
zuffe, di lotte fratricide. Così come, nel ballo in casa Capuleti, le
coppie ci scorrono davanti, lievi ed eleganti, in un corteo senza fine.
Sul palcoscenico ci sono, magari, 18 danzatori ma sembrano
180 o 200. Ve lo garantisce una vecchia spettatrice di professione,
come me, che ha avuto il piacere di vedere dozzine di numerose e famose
versioni coreografiche di “Romeo e Giulietta”. Dopo un godibile spettacolo di virtuosismmi, costumi e scene a trasformazione, si arriva al finale –
dolcissimo e amaro – senza quasi accorgersi che, in fondo,
abbiamo visto col Balletto del Sud la travolgente storia di quattro
ragazzi – Romeo, Giulietta, Mercuzio e Tebaldo – avvolti in una sorta di
nuvola ardente, e danzante, fatta di odio, di passioni e di malcostume
politico, pervicacemente ricorrenti, non soltanto nel nostro Paese».
Vittoria Ottolenghi - L'ESPRESSO
« Geniale colpo di scena di Fredy Franzutti che ha
inteso creare un aggancio tra il dramma Shakesperiano e i
tempi di Giotto (…) dove antico e moderno si incontrano la sintesi appare
naturale espressione di un pensiero profondo sofferto e meditativo del
giovane coreografo.»
Angela Simini – Il Tirreno.
« Fredy Franzutti, così deciso e appassionato
nell’affrontare i grossi calibri della letteratura ballettistica,
ambizioso ma non velleitario attratto dalla creatività. Crea per la sua giovane compagnia un Romeo e Giulietta con sorprendente risultato» Alberto Testa –
Balletto Oggi 1998.
« un titolo che ben esemplifica le caratteristiche della compagnia pugliese: da vent'anni realtà del balletto tra le più complete, serie e attive sul territorio nazionale, con felici incursioni internazionali e una presenza nella regione natale che non ha paragoni per l'opera di diffusione dell'arte della danza.» Valentina Bonelli - Danza&Danza 2015
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