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La Traviata - Callas, il mito PDF Stampa E-mail

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"La Traviata, Maria Callas, il mito" è uno spettacolo creato nel 2007 da Fredy Franzutti in occasione dei 30 anni dalla morte del celebre soprano. Nella performance la sua voce inconfondibile anima le coreografie supportate da preziose immagini fotografiche. Nella stagione 2013, lo spettacolo ritorna in occasione dei 200 anni della nascita di Giuseppe Verdi.

prossime date:

  • sabato 6 luglio 2013 ore:21.00 Viterbo (Tuscia Opera Festival)
  • martedì 30 luglio 2013 ore: 21.30 Piazza San Vito, Lequile
  • sabato 10 agosto 2013 ore: 21.30 Anfiteatro Romano, Lecce

Maria Callas, il mito

La Traviata

in occasione dei 200 anni dalla nascita di 

Giuseppe Verdi

 

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coreografia: Fredy Franzutti
musiche: Giuseppe Verdi e Iannys Xenakis
allestimento scenico di Emanuele Pellegrino
luci: Piero Calò 

danzano: Elena Marzano, Carlos Montalvan, Alessandro De Ceglia

durata spettacolo: 1h 25'
n. danzatori: 12

prima rapprentazione 28 dicembre 2007  Teatro Politeama Greco Lecce

 

 

(presentazione tratta da recensione a cura di Michele Nocera)

Al mito di Maria Callas, artista e personaggio pubblico, è dedicato il lavoro di Fredy Franzutti, brillante coreografo italiano,: “La Traviata Maria Callas il mito”. Lo spettacolo procede sottolineando le possibili affinità tra il vissuto della “Divina” e quello di Violetta protagonista de “La Traviata”, (opera creata dal genio musicale di Verdi)  sicuramente il titolo che più  ha segnato il successo popolare della grande artista anche grazie alla sapiente guida del genio di Visconti che l’ ha  resa indimenticabile nelle recite al Teatro alla Scala del maggio 1955. La coreografia muove i danzatori in atmosfere angosciate da luci glaciali presaghe di morte. I protagonisti  emergono da involucri in plastica per raccontare il duplice dramma del personaggio e dell’artista entrambe, ad esempio, morte a Parigi in sola compagnia della fida cameriera. Ed eccoci nel vivo della finzione. La passione che divora la mondana Violetta Valery e Alfredo Germont, sarà la stessa passione di Maria Callas e del diabolico armatore Aristotele Onassis. Il riferimento non è alla vita dissoluta di Violetta (Callas era molto puritana), ma alla sua infelice vita amorosa, all’abbandono da parte dell’uomo amato, alla sua intima tristezza. Lo spettatore è posto dinnanzi alla rappresentazione dell’ultimo momento di vita della Callas, quando, tra ricordi e rimpianti, le passano davanti agli occhi, consumati dai lunghi pianti, le immagini della sua vita fuse a quelle del suo personaggio distorte dagli effetti stupefacenti degli abbondanti psicofarmaci che l’hanno condotta alla morte. Nella performance la sua voce inconfondibile anima le coreografie supportate da preziose immagini fotografiche che possono restituirci l’autenticità dell’artista (“La Callas non andava solo ascoltata ma andava vista” – Giampiero Tintori). Alle note romantiche e familiari di Verdi il coreografo affianca quelle del compositore greco Yannis Xenakis (che assieme a Maria Callas rappresenta la cultura musicale formale greca nel mondo), alle cui note urgenti, veloci, ritmate, che istantaneamente ci colpiscono, è affidato il compito di riannodare i fili delle nostre e delle loro voluttà, trasgressioni, miserie.